Nel weekend del 26-28 agosto 2011 si terrà a Rimini al Velvet Club la terza edizione del Moonlight Festival. Si tratta di un mega show di musica dal vivo. All' evento si affiancheranno happening sul lungomare per il pranzo e una zona relax pomeridiana con ristoro e Dj set, nonchè spazi d'incontro per happening ad ingresso libero con presentazione di libri e conferenze a cura del critico musicale Luca Frazzi, Matteo S. Chamey e della scrittrice Erika Polignino. Un'edizione caratterizzata da un'abbondanza di eventi, iniziative e contenuti che caratterizzano il calendario riminese, un appuntamento unico nel suo genere perchè raccoglie in un sol colpo realtà musicali il cui raggio d'azione spazia tra le infinite variabili della new wave, del post-punk e della scena elettronica contemporanea, un carosello di nomi leggendari e gruppi emergenti legati al comun denominatore della ricerca antiaccademica nella grammatica musicale. Oltre a questo il festival ha la prerogativa di coniugare la magia della musica d'autore con la bellezza della città e del territorio circostante, gli umori dell'una incontrano i profumi dell'altra in un'alchimia di incastri culturali straordinaria. Il sipario del Festival si apre la sera di Venerdì 26 per il primo blocco di esibizioni in programma.
Tra queste quella degli And One, nucleo germanico in pista da oltre 20 anni alla cui guida figura il talentuoso Steve Naghavi con Chris Ruiz, considerato tra i figli legittimi di Front 242 e Nitzer Ebb. Modern synth-pop adrenalinico, documentato da una discografia generosa, fra cui l'album d'esordio 'Anguish' (1991) col quale vinsero il premio 'Best New Artist'. Tra le presenze anche il duo Babylonia. Attivi da diversi anni sul fronte di una dizione electro-rock scientemente elaborata, ha consolidato una posizione di tutto riguardo attraverso la realizzazione di un paio di album, l'ultimo dei quali, 'Motel La Solitudè, salutato da critica e pubblico con tutti gli onori del caso. Tornati vittoriosi dal Contest Gothic Room Italia, vi saranno poi i Delenda Noia, una fra le più giovani promesse della scena dark nostrana. Formazione snella composta da Klord e Violara, il duo emiliano si è subito fatto notare per lo stile intenso, estremamente lirico, della scrittura, requisito che gli valse l'aggiudicazione di lavori su commissione come la colonna sonora per il video 'Incanto Vegetalè, presentato all'Atelier del Gustò di Reggio Emilia, e la stesura del brano 'Rumbà per una campagna pubblicitaria spagnola.
Il Moonlight Festival quest'anno si fa foriero di un insperato ritorno di fiamma: Clock Dva. Indimenticata cult-band e massima espressione della scuola elettronica (e non) di Sheffield, Clock Dva spezza il silenzio dopo uno iato di oltre tre lustri. Adi Newton, testa pensante e voce storica del gruppo inglese, diede vita al progetto dopo essere fuoriuscito dai ranghi dei Future (unità elettronica pre-Human League), decretando l'avvento di una nuova scuola di pensiero che si espresse nel rock d'avanguardia prima (già a partire dall'audiocassetta 'Deep Floor' del '79) e nella composizione elettronica dopo, disciplina quest'ultima che conobbe ulteriori declinazioni e ingegnosi campi d'indagine sotto l'egida TAGC (The Anti Group Communication). La sera del 27 Agosto, i guru di Sheffield divideranno le luci della ribalta con un altro pezzo da novanta della new wave primigenia, o meglio della Neue Welle tedesca: i DAF (Deutsch Amerikanische Freundschaft) di Robert Gorl e Gabriel 'Gabì Delgado-Lòpez. Formatisi nel 1977 a Dusseldorf come ensemble strumentale bello assortito, i DAF si affermarono quale estrema ratio del kraut-rock più visionario e fuori contesto insieme a tribù coeve di scuderia AtaTak quali Pyrolator e Der Plan, il cui leader, Kurt Dahlke fece parte della prima incarnazione documentata nel debut-album 'Ein Produkt Der DAF', vera apocalisse di tempeste paramusicali senza soluzione di continuità.
Agli svizzeri The Beauty Of Gemina toccherà il compito di scaldare il palco di questi due mostri sacri. Capitanato dal carismatico Michael Sele, il gruppo è artefice di un corposo impasto di tinte gothic-rock e movenze 'glam' neo-decadentiste memori di Placebo, White Lies e naturalmente Sisters Of Mercy. Hanno tre album all'attivo, fra cui 'At The End Of The Seà del 2010, che li pone di diritto fra i continuatori più ispirati di una letteratura musicale che ha ancora molte cose da dire, non a caso scelti come support-act ai concerti di nomi illustri, fra cui Smashing Pumpkins, Rammstein e Porcupine Tree. L'agenda di Domenica 28 si fregia di un'altra rimpatriata d'eccezione: UK Decay. Forgiatisi nel fuoco della rivolta punk di fine seventies militando per breve tempo nelle file di The Resistors, i cuori ribelli di Luton (UK) fecero appena in tempo a pubblicare una manciata di singoli e l'album 'For Madmen Only' prima di rompere le righe nel 1982. Siamo nel regno del positive-punk virato in gotico - tra Bauhaus e Theatre Of Hate - nelle alte pressure di un blend elettrico dai toni violenti e crepuscolari ad un tempo, alimentato da chitarre taglienti ed una sezione basso-batteria a prova di bomba, con gli accenti canori di Abbo (aka Steven Abbot) che evocano incubi e tormenti esistenziali mai plachi.
Ancora, l'anima dark dei francesi 'Rosa Crux', progetto avviato da Olivier Tarabo nel lontano 1984, si dichiara già nel nome. Nel loro retroterra ci sono i Canti di Maldoror e i poemi di Antonin Artaud, riferimenti che nelle loro mani sono declinati come cerimonie arcaiche non prive di tinte teatrali ed immagini forti, con le liriche cantate in latino che provengono preferibilmente da testi antichi, e gli allestimenti di scena pensati ad hoc seguendo uno schema estetico tutt'altro che convenzionale. I loro concerti sono veri e propri rituali intrisi di mistero ed atmosfere ultratombali, un ricettacolo di uffici esoterici, metafore e alchimie sonore a base di strumenti tradizionali e strani marchingegni tecnologici di loro invenzione come il BAM (Batterie Acoustique Midi), sorta di batteria analogica programmabile che consta di otto tamburi e due piatti. Il BAM valse a Olivier Tarabo il conferimento del premio 'Innovazioni e Invenzioni per il Suonò. Un altro pezzo di storia - classe 1982 - che desterà emozioni dimenticate e ritrovate. I Go Flamingo! di Ferrara hanno respirato la temperie del post-punk d'annata targato Italia, influenzati come gran parte delle formazioni di allora, dai suoni nuovi proventi da Regno Unito e USA. Hanno empatizzato i fermenti del cambiamento generazionale che fu, proiettandoli in uno stile agile e fresco, puntellato dagli accordi della elettrica e governato su tappeti ritmici fatti viaggiare in scioltezza.
Weekend a Rimini per il Moonlight Festival dal 26 al 28 agosto
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